giovedì 14 febbraio 2013

Scrive un libro sui benefici del bere la propria urina, ottiene un successo planetario

Attenzione: articolo non adatto ai deboli di stomaco! Parliamo infatti di rimedi “naturali”, forse anche un po’ troppo naturali…Uno scrittore americano, P.P.Powers, ha scritto un libro davvero particolare: Urino terapia: confessioni di un pazzo bevitore di pipì. Sì, avete capito bene: bere la propria urina potrebbe essere un vero e proprio toccasana per tantissime patologie. L’autore descrive così la sua esperienza: “La terapia dell’urina sembra assolutamente schifosa, ma funziona! L’urino terapia mi ha curato dalla fatica cronica, dalla sindrome dell’intestino irritabile, dalla fibromialgia, forfora, depressione e inestetismi della pelle. Alcuni dicono che bere la propria urina è la cura per ogni malattia. Non ne dubito. Qui descrivo la mia esperienza con l’urino terapia. Quale miglior modo di auto-migliorarsi?”Sembra follia, e invece questa terapia fa diversi proseliti in tutto il mondo. Basta fare una ricerca su internet e si scopre che l’urino terapia potrebbe guarire la semplice influenza, le polmoniti, addirittura il Morbo di Parkinson! Il concetto base è che l’urina, lungi da essere un prodotto di scarto del nostro corpo, sarebbe invece una sorta di distillato del sangue prodotto dai nostri reni, quindi altamente “puro”. L’urina conterrebbe infatti antibiotici, sali minerali, anticorpi e vitamine; inoltre, secondo gli urino terapeuti, durante la gravidanza ognuno di noi è vissuto nella placenta, costituita prevalentemente di urina. Sarebbe quindi un ritorno alle origini, per dirla così… In realtà non esistono reali prove scientifiche in grado di confermarne gli effetti, ma ci sono soltanto esperienze di persone più o meno malate. Volete provare anche voi? Non vi resta che superare l’iniziale imbarazzo…oppure, per dirla con questa barzelletta, seguite il vostro intuito:Si racconta che durante una lezione di chimica un professore sia entrato in laboratorio con in mano un barattolo pieno di urina dicendo:Due buone qualità per un chimico sono ingegno e concentrazione. L’ingegno vi potrebbe far scoprire che un metodo semplice per scoprire la presenza di zuccheri nelle urine è assaggiarle“. Detto questo mette un dito nell’urina e poi lo lecca. “Qualcuno vuole provare?” Uno studente che non crede che quello sia urina ci mette dentro il dito e lo lecca, sentendo che era proprio urina. Al che il professore continua: “La concentrazione invece vi potrebbe far scoprire che ho immerso il medio e ho leccato l’indice”.

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